Terriccio

Oggi affrontiamo la tematica del substrato di coltivazione, volgarmente detto terriccio.

A primavera come tutti gli anni ci accingiamo a sistemare i giardini e/o fare l’orto e come sempre andiamo a comprare il terriccio all’agraria o al supermercato.

Spesso non diamo importanza a questo mezzo tecnico, ma se ci fermiamo a pensare un attimo le nostre piante dovranno nascere, crescere e produrre frutti rimanendo ferme, e se il terriccio è ostile o non idoneo le obbligheremo a vivere in una perenne situazione di stress.

Infatti spesso quando una pianta appassisce diamo quasi sempre la “colpa” alla troppa o (troppo poca) acqua, alla poca luce e al concime ma raramente daremo colpa al substrato.

In commercio esistono tanti tipo di substrato di coltivazione (terriccio universale, terriccio per orto, per rose, per agrumi ecc) ma siamo sicuri di fare la scelta giusta?

un buon terriccio deve:

  • Conservarsi senza alterazioni. 
  • Non degradarsi nel corso della coltivazione.
  • Consentire un buon rifornimento d’acqua senza formare ristagni.
  • Consentire il migliore arieggiamento possibile delle radici.
  • Sostenere a sufficienza le piante (i vasi non si devono rovesciare). 
  • Cedere con regolarità gli elementi nutritivi senza che vi siano eccessi di salinità.
  • Possedere e mantenere una rea- zione idonea alle piante coltivate. 
  • Non contenere parassiti animali, vegetali, semi di infestanti e neppure sostanze tossiche per le piante

Qui di seguito affronteremo la parte tecnica su come è composto questo fondamentale mezzo tecnico.

Innanzi tutto vorrei ringraziare la Dottoressa Orfeo e l’associazione substrati (AIPSA) che mi hanno permesso di usare le loro tabelle e le loro fotografie.

COS’E’ IL TERRICCIO

Il corretto nome del terriccio è  SUBSTRATO DI COLTIVAZIONE ed è (per definizione) un materiale diverso da uno più componenti organici e/o inorganici, eventualmente addizionato di correttivi, concimi ed altri additivi, destinato tal quale a sostenere lo sviluppo vegetale.

QUALE TERRICCIO SCEGLIERE

  • Per semine e produzioni di giovani piante25% di torba nera fine, 75% di torbe brune e bionde fini, 0,5-0,8 chilogrammi per metro cubo di concime contenente azoto, anidride fosforica, ossido di potassio e microelementi, pH o reazione da 5,8 a 6,2 (mediamente acida).
  • Per piante esigenti30% di torba nera fibrosa, 60% di torbe brune e bionde fibrose, 10% di argilla, 1,8-2,3 chilogrammi per metro cubo di concime conte- nente azoto, anidride fosforica, ossido di potassio e microelementi, pH o rea- zione da 5,8 a 6,2 (mediamente acida).
  • Per piante verdi25% di torba nera fibrosa, 40% di torba bionda grossolana, 25% di torba bionda fibrosa, 10% di perlite, 0,8 chilogrammi per metro cubo di concime contenente azoto, anidride fosforica, ossido di potassio e microelemen- ti, pH o reazione da 5,8 a 6,2 (mediamente acida).
  • Per piante acidofile (azalee, rododendri, eriche, camelie): 35% di torba nera fibrosa, 65% di torbe brune e bionde fibrose, 1,2 chilogrammi per metro cubo di concime contenente azoto, anidride fosforica, ossido di potassio e microe- lementi, pH o reazione da 4,2 a 4,5 (molto acida).

INQUADRAMENTO LEGISLATIVO

La produzione e la commercializzazione dei substrati di coltivazione è disciplinata dal DLGS 75/10.

TIPOLOGIE DI SUBSTRATI

In commercio esistono tantissimi prodotti che possono essere poi classificati come:

  • Substrato di coltivazione base
  • Substrato  di coltivazione misto

Questi possono essere usati in agricoltura biologica solo se NON contengono:

  1. Letame artificiale
  2. Lignite
  3. Lana di roccia
  4. Zeoliti non di origine naturale e/o arricchite artificialmente

Nel caso in cui il substrato di coltivazione sia utilizzabile in agricoltura bio deve essere riportato in etichetta la dicitura CONSENTITO IN AGRICOLTURA BIOLOGICA

Qui di seguito una tabella che chiarisce le differenze tra substrato di base e substrato misto

Per capire che tipo di “terriccio” usate è fondamentale leggere l’etichetta che si trova nella posteriore del sacco dove potete trovare una tabella simile a questa

in tutte e due le tipologie ( di base e misto) possono essere aggiunti anche delle diciture facoltative che sono:

  • indicazioni sull’uso (semina, rinvaso, ecc)
  • specie coltivabili (rose, geranei, ecc)
  • per specie acidofie (se il pH è compreso tra 3,5 a 5,0)
  • Carbonio organico
  • Titoli di N-P2O5 K2O aggiunti come concime

MATERIE PRIME

Le materie prime che si usano nei substrati di coltivazione sono:

Componenti minerali

Torba

E’ un prodotto organico formatosi millenni fa dalla fossilizzazione di sedimenti di origine vegetale (muschi, canne, ecc), che si è accumulato in giacimenti definiti torbiere che sono zone umide e paludose.

La torba si forma in condizione di assenza, o quasi, di ossigeno.

Tra tutte le tipologie di Tora la più apprezzata è quella di sfagno che deriva generalmente da muschi.

Le torbe si differenziano, oltre che dalla composizione, anche dal colore (torba bionda, torba nera) che rappresenta anche il diverso grad di decomposizione (più è scura più è decomposta). La torba nera, quella più «antica» (3.000-4.000 anni di sedi- mentazione) e che si raccoglie nelle parti più profonde delle torbiere, gene- ralmente non viene utilizzata per la pre- parazione dei terricci.

qui di seguito alcune differenze principali tra i diversi tipi di torba

Ammendante Compostato Verde (ACV)

l’ACV è un prodotto che si ottiene dalla trasformazione di frazioni organiche provenienti prevalentemente dalla manutenzione del verde e scarti vegetali di vario genere, comprese anche alghe e piante marine.

Ammendante Compostato Misto (ACM)

l’ACM è un prodotto che si ottiene dalla trasformazione rifiuti derivanti dalla frazione organica dei rifiuti urbani, da rifiuti d origine animale. rifiuti agroindustriali, da rifiuti non trattati dell’industria del legno e tessil, da reflui e manchi e dalle stesse matrici previste per l’ACV

Ammendante compostato con fanghi

E’ un prodotto che si ottiene dal processo controllato di trasformazione e stabilizzazione di reflui e fanghi e dalle matrici previste per l’ACM

Cortecce invecchiate o compostate

Le cortecce generalmente derivano dall’abete rosso e dall’abete di Douglas e s usano dopo che sono state stabilizzate microbiologicamente . Se si dovessero usare cortecce di Pino Marittimo non c’è bisogno di compostaggio.

Cocco

Del cocco noi conosciamo la più comune polpa e il “latte di cocco” però nei terricci si usa la fibra di cocco.

Le fibre di cocco prima di essere usate devono essere lavate con acqua dolce per ridurne la salinità. La fibra di cocco assicura al terriccio una buona ritenzione d’acqua e conferisce a esso sofficità e leggerezza

fibra di cocco

Lolla di riso

la lolla di riso è rappresentata dalla brattee o giumelle delle cariossidi trattate teoricamente per ottenere il riso parboiled

Fibra di legno stabilizzata

deriva dalla sfibrata ad alta temperatura del legno dell’abete rosso e pino marittimo

Componenti minerali

Argilla

non deve contenere carboidrati, e solitamente viene aggiunta in forma granulare

Pomice

è un materiale di origine vulcanica leggerissimo, inerte e neutro. Grazie alla sua leggerezza conferisce volume al terriccio senza appesantirlo

Il terriccio a seconda di come è composto avrà una caratteristica differente di seguito gli effetti dei componenti sul substrato a base di torba

Sabbia

deve essere di fiume e non di mare e non deve contenere carbonati

Zeoliti

sono di origine vulcanica e grazie alla loro struttura riescono a ad aumentare la capacità di scambio. Generalmente si usano i tipi granulari

Perlite

è una sostanza naturale ottenuta da rocce vulcaniche sottoposte a un particolare processo termico. È inerte, neutra e non contiene microrga- nismi. Grazie alla sua struttura conferi- sce sofficità al terriccio.

Vermiculite

è un minerale dall’aspetto lamellare che, sottoposto a un trattamento ad alta temperatura, si espande diventando leggerissimo (pesa all’incirca 20 kg al metro cubo). Grazie alla sua struttura trattiene bene l’acqua, ma al contempo conferisce al terriccio una buona capacità di drenaggio

Perché e come s i usano i componenti?

BIBLOGRAFIA

Linee Guida AIPSA, Composizione e Proprietà dei substrati di coltivazione.

Il Manuale è stato elaborato dall’Associazione Italiana dei Produttori di Substrati di coltivazione e Ammendanti, in collaborazione con DiSAA – Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergie, CeRSAA – Centro di Sperimentazione e Assistenza Agricola, Camera di Commercio di Savona, ERSA FVG – Agenzia regionale per lo sviluppo rurale del Friuli Venezia Giulia e con il Patrocinio di Assofertilizzanti – Associazione Nazionale di Produttori di Fertilizzanti.

Il coordinamento e la stesura finale sono a cura del CTS – Comitato Tecnico Scientifico AIPSA
Coordinatore: Patrizia Zaccheo (DISAA)

La redazione è stata a cura di:
Costantino Cattivello (ERSA FVG)
Daria Orfeo (AIPSA)
Giovanni Minuto (CeRSAA)
Laura Crippa (DiSAA)
Paolo Notaristefano (AIPSA)
Patrizia Zaccheo (DiSAA)
Marino Manstretta (Assofertilizzanti)
Livia Martinetti (DiSAA)
Piero Frangi (Fondazione Minoprio – Centro MiRT)